La quarantena, i lockdown e le frontiere chiuse hanno avvilito un po’ tutti, ma per coloro le cui vite dipendono da viaggi e salite in aereo, posso assicurarvi che è stato incredibilmente difficile. Difatti per noi travel-blogger, non poter viaggiare, ha avuto un impatto assolutamente frustrante.
Tutti noi abbiamo trascorso intere giornate a ricordare come erano le cose prima della pandemia però se dovessi fare una lista di cosa mi è mancato di più in termini di viaggi ed esperienze all’estero, eccoli spiegati punto per punto.
Le sorprese
Anche se per molti questo aspetto non è assolutamente positivo, la cosa che mi attira da sempre dei viaggi in giro per il mondo, è quella sensazione di non sapere bene cosa accadrà. Ciò che gli altri chiamano una delusione, è più probabile che io la chiami una sorpresa, ed effettivamente io le vedo sempre come una nuova avventura da vivere. Sia che rinunci ad un viaggio in un museo per entrare in una piscina privata, sia che perda un volo e finisca in un paese completamente diverso, le sorprese del viaggio sono ciò che mi appassionano di più, da sempre.
Il Cibo
La cosa che mi sono ritrovata a ricordare e rimpiangere di più dei miei viaggi è il cibo. Dovunque puoi provare qualcosa di nuovo ogni giorno, ma ci sono realtà dove puoi provare diverse cose, sempre nuove, ogni giorno, direttamente in strada. Di solito mentre spulciavo cosa avessi in dispensa, sognavo ad occhi aperti i tacos con lengua a Città del Messico, le crepes a Parigi e le insalate di papaya verde a Bangkok.
Nuovi Punti di Vista
Essere sempre in un posto nuovo significa incontrare sempre persone nuove. A parlar in giro sembra che Netflix sia diventato il miglior compagno di giochi di chiunque, come se potesse risolvere la vita di tutti ma soprattutto la mia. Mi ritrovo alla disperata ricerca di nuovi film, libri, idee ed ispirazioni. Incontrare nuove persone ogni giorno ti assicura tutto questo. E quando guardo la 15a anteprima di qualcos’altro che non guarderò, è facile sentire la mancanza di quanto delle persone sconosciute, di ogni angolo della terra, riescano a trasmetterti in maniera profonda.
Il senso di appagamento
Una volta, a Milano, stavo raccontando ad un collega di un futuro viaggio in Myanmar. Mi ha chiesto cosa avrei fatto lì, ma per me, andare lì è esattamente quello che avrei fatto. “Dove sto andando e cosa sto facendo”, ricordo di avergli detto, “raramente sono due concetti diversi per me”. Ora che non possiamo viaggiare con libertà, mi manca la sensazione di appagamento che provo ogni qualvolta arrivo in un posto nuovo. Per me, è il culmine di mesi di sogni ad occhi aperti, pianificazione, risparmio e ricerca, per i quali la ricompensa finale è sempre sublime.
I film ad alta quota
Forse è una cosa solo mia personale, ma non mi sono mai così interessata ai film se non quando sono seduta su di un aereo. Quando non hai le normali distrazioni e gli obblighi della tua vita, è così bello perdersi in una storia. Sono sempre molto più propensa a godermi una stupida commedia romantica o un ridicolo film d’azione su un aereo anziché sul divano di casa dove in automatico inizio sempre a sminuire la storia che c’è dietro.
La flessibilità
Viaggio quasi sempre da sola, quindi una delle cose che preferisco dell’essere all’estero è non avere obblighi di alcun tipo. Non devo andare a lavoro (anche se devo lavorare spesso), e non posso essere influenzata dall’incontro con i miei amici per cena oppure partecipare ai loro vari eventi e spettacoli. Se voglio dormire fino a tardi? Lo posso fare. Posso altresì andare all’aeroporto per prendere un volo già prenotato, mollarlo e finire per comprare un biglietto per qualche altra parte. Posso scendere prima dal treno perché mi è piaciuto qualcosa che ho visto fuori dal finestrino. Quando si è soli, lontano da tutto ciò che ti è familiare, puoi essere esattamente flessibile quanto desideri.
Arrivare in un posto nuovo di zecca
Dopo tutti i chilometri, gli anni e i timbri sul passaporto, la cosa che mi fa sorridere segretamente tra me e me, è il rumore di quanto l’aereo atterra a destinazione. Per me, quel rumore sordo è l’inizio di tutte quelle idee ed aspettative che ho raccolto sapientemente per il mio viaggio e che sono pronta a vivere appieno. Ma non solo, è il via libera a tutti quei piccoli segnali che dicono al mio cervello “sei arrivata”! Fidatevi che niente è più potente del bip acustico del segnale della cintura di sicurezza che si spegne, dopo che il tuo aereo è arrivato al gate.
In contrapposizione, quando non siamo in grado di viaggiare, è così facile romanticizzarlo. Ricordiamo tutti i panorami meravigliosi e i tramonti mozzafiato e non tanto i temporali e le coincidenze perse. Anche se non cambierei mai un giorno di viaggio con qualsiasi altra cosa, è bene ricordare, soprattutto ora, che viaggiare non è sempre cieli soleggiati e arcobaleni. Difatti ecco le due cose che non mi mancano per niente dei miei viaggi, mentre mi sono trovata bloccata a casa.
La Nostalgia Canaglia
Forse la cosa più sfortunata del viaggiare è che più posti visiti, più posti ami, facendo così una lista sempre più crescente di persone e luoghi in cui desideri ritornare. Mentre visitare una nuova città può essere inebriante, la nostalgia che provi quando torni da qualche parte non ha eguali. Ma più posti ti senti obbligato a ri-visitare, sempre meno tempo avrai per vedere posti nuovi e, alla fine, i tuoi obblighi possono iniziare a superare le tue avventure.
La barriera linguistica
Anche se adoro sperimentare nuovi luoghi e culture, dopo mesi in viaggio, la barriera linguistica può sembrare straordinariamente frustrante. Il peggio è quando hai bisogno di qualcosa di semplice – come dell’acqua o un wc – e non riesci a trovare la parola giusta che corrisponda a quello che ti serve. Quindi se sono costretta a rinunciare a viaggi ed avventure, almeno posso consolarmi con il mio bagno che di sicuro non devo imparare a chiamarlo in una nuova lingua a me sconosciuta 😀 .
E voi, c’è qualcosa che ti manca dell’essere on the road? Oppure c’è qualcosa che non ti piace per nulla?